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Gli Stati Uniti, negli aiuti umanitari, penalizzano i gruppi che descrivono come terroristi

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Fonte: Voltairenet.org

La Corte Suprema degli Stati Uniti s’è occupata della costituzionalità della ‘Legge sull’anti-terrorismo e l’effettiva applicazione della pena di morte del 1996’ (Antiterrorism and Effective Death Penalty Act of 1996).

Questo testo, introdotto dal presidente della Camera dei Rappresentanti Newt Gingrich, è stato adottato per consenso, in risposta all’attentato di Oklahoma City, e promulgato con entusiasmo dal presidente Bill Clinton.

Una delle sue disposizioni era stata ampiamente criticata. Prevedeva di limitare a una sola la possibile richiesta di scarcerazione (“richiesta di habeas corpus”) di un sospetto accusato di terrorismo. Nella sua decisione Felker vs Turpin (1997), la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato che questa limitazione non viola l’articolo 1, sezione 9, paragrafo 2 della Costituzione. Non si tratta, in effetti, a rigor di logica, di una proroga della custodia cautelare, anche se una volta respinto l’appello iniziale, nulla osta a che la detenzione diventi illimitata.

Un’altra disposizione della legge resta da commentare. Essa vieta di fornire consapevolmente assistenza di qualsiasi natura, fatta eccezione per i servizi medici o religiosi, ad una organizzazione terroristica straniera. Su denuncia delle amministrazioni successive, Clinton, Bush e Obama, i giudici hanno ritenuto, dopo una dozzina d’anni, che ciò si applica ad una associazione che ha fornito consulenza legale al PKK e alle Tigri Tamil, anche se la consulenza era volta a trovare una soluzione pacifica al conflitto curdo e tamil, portando i casi alle Nazioni Unite. Nella sua decisione Holder versus Humanitarian Law Project, rilasciata il 21 Giugno 2010, la Corte afferma: Che i termini della legge sono abbastanza chiari sul fatto che l’imputato non abbia alcun dubbio su ciò che è vietato.

Che questo divieto non viola il suo diritto di espressione, dal momento che nulla impedisce a un imputato di esprimere il proprio sostegno a cause difese dai terroristi;

Che tale divieto non viola il suo diritto di associazione, perché non vieta di incontrare i terroristi e di discutere con loro.

Come sempre, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è basata su una visione puritana dell’uomo. Come i puritani non vogliono aiutare il peccatore in difficoltà, perché non ha rinunciato espressamente al peccato, così la Corte ha vietato di assistere i terroristi, fino a che non abbiano rinunciato alle azioni armate. Perché secondo essa, uno che li aiuta sul piano legale, educativo, culturale, sociale o altro, consente loro di conservare le energie per compiere il Male.

Resta il fatto che nella legislazione statunitense, un’organizzazione terroristica non è una organizzazione che è stato condannato per reati specifici, ma un gruppo designato come tale dal Dipartimento di Stato, su dei criteri politici.

Pertanto, tutti i tipi di azione possono essere sanzionati come “terroristici” da parte dei tribunali degli Stati Uniti. E’, per esempio, il caso degli aiuti alimentari delle Nazioni Unite agli abitanti di Gaza, dal momento che è distribuito dai funzionari locali di Gaza, che sono membri di Hamas.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
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